Piccola storia sul fumo seconda parte.

Ecco qui la seconda parte della piccola storia sul fumo.

Dopo le prime esperienze deludenti. A questo punto un’idea l’avevamo fatta. Sapevamo dove prendere il fumo. Da alcuni amici che compravano per loro e lo rivendevano per recuperare le spese. Ovviamente ci costava di più ma era più facile. Non dovevi avere a che fare con i pusher. Che in quel momento erano tigri. E noi eravamo gli agnelli.

L’era del cioccolato.

In quel periodo l’hashish che girava era il cioccolato. Quello che in seguito cominciammo a chiamare “puzzone”. Però per noi all’inizio non puzzava. Perché non conoscevamo altro. Non sapevamo quale era l’odore buono del fumo. Il cioccolato era un tipo di hashish “commerciale”. In sostanza, negli anni Novanta, in tutte le piazze veniva venduto solo questo tipo di fumo. Una sorta di monopolizzazione del mercato. Si presentava con un aspetto scuro, ultra pressato e durissimo. Appena “sciolto” ossia riscaldato con l’accendino diventava gommoso. Nel tempo abbiamo scoperto che conteneva di tutto, oltre alla resina di marijuana. Se ne rimaneva qualcosa.  La paraffina era un classico componente. Appena riscaldato l’odore era inconfondibile.

A volte era talmente forte questo odore strano che non riuscivi neanche a fumarlo. Leggende o verità narravano di oli esausti, rami e foglie di pino, scarti di plastica. Una cosa è certa. Qualcosa di strano quel tipo di hashish l’aveva. E in alcuni casi il mal di testa lo confermava.

Piccola storia sul fumo seconda parte
Foto di Drew Farwell su Unsplash

La canna doppia cartina.

Ma torniamo alla nostra storia di fumatori in erba. O meglio in hashish. Spesso dopo aver comprato il fumo andavamo in strada poco frequentata per rollare la canna. Certo poco frequentata. Ma era la strada che portava alla caserma dei carabinieri. Pensa che geni. Però non è mai successo niente.

Rollare le canne non era facile. Infatti dopo aver girato la prima cartina era così moscia e aperta che dovevamo mettere un’altra cartina. Non vi dico il sapore. Già il cioccolato era quello che era. Immaginate la paraffina di quel fumo con la doppia carta. Un piacere per il palato. Ed inoltre non ho mai avuto nessun tipo di effetto da quelle canne.

Ecco che sale!

Un giorno però finalmente è successo. Eravamo un bel gruppo di persone. Una decina di amici tutti insieme di sabato. Finalmente una quantità di hashish decente. Infatti tra noi c’era chi era più esperto negli acquisti. Aveva le conoscenze giuste.

Per stare più tranquilli decidiamo di andare a fumare a casa di un amico. Che aveva casa libera, un classico quando si poteva. Rolliamo tre o quattro canne, questa volta chiuse bene. Anche in questo gli altri ci sapevano fare meglio. Le canne girano. Le chiacchiere creano l’ambiente rilassato. Ed ecco che ad un tratto sale l’effetto. Le canne non avevano ancora finito di girare. Il cuore comincia a battere a 180 bpm! Sapevo che la prima volte poteva capitare! Mi stendo sul letto del mio amico. Cinque minuti il tempo di riprendermi. E poi sale l’effetto bello.

Ed ecco che poco dopo eravamo tutti in strada. Tutti con lo stesso effetto. Chiacchiere e risate. Ma, come capita, sul più bello ecco l’imprevisto. Incrociamo un gruppo di ragazzi che sapevamo essere rissosi. Ed infatti avevano mazze e bottiglie in mano. Non so perché. Dopo i primi insulti ecco che scatta l’inseguimento. Tutto l’effetto svanito nella corsa. Però non ci hanno preso eh!

Ed ecco che dopo tanta fatica per farla salire sta canna e scesa tutta in un secondo!

Fumare, come ho detto, è stato un lavoro impegnativo. Non è stato facile.

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