Piccola storia sul fumo prima parte

Ecco la prima parte di una piccola storia sul fumo.

Negli anni 90 cercare il fumo non è mai sato facile. Per noi da adolescenti no. Forse per altri era facile.  In una città non troppo piccola. Ma neanche una metropoli. Quando dico fumo intendo l’hashish. Veniva chiamato anche cioccolato o marocchino. Ma noi ancora non lo sapevamo. L’erba era ancora una chimera.

piccola storia sul fumo prima parte
Foto di Gabriella Clare Marino su Unsplash

Mi dicevano da piccolo di non accettare niente dagli sconosciuti perché poteva essere droga. Ma la droga non l’ha mai regalata nessuno. Che fosse erba o acidi o cos’altro, nessuno ha mai dato niente che non fosse scambiato con soldi.

Andare alla ricerca del fumo era un compito complesso. I pusherini erano lì. Ma li dovevi conoscere, si dovevano fidare. Noi con la faccia pulita da ragazzini di certo non davamo sicurezza. Con due schiaffi della borghese avremmo cantato l’Ave Maria. E forse era vero.

La prima canna.

Ad ogni modo una canna siamo riusciti a prenderla. Una cinque mila lire. Un sabato sera. Era un pezzettino di fumo minuscolo. Un altro amico era andato a prenderlo. Sapeva da chi andare e glielo avrebbero venduto. Ore di trepida attesa per quella canna tanto desiderata. Si perché fumare l’ho voluto fare io. Nessuna me l’ha mai offerta, la canna. Avrei voluto eh! Nessuno mi ha convinto. Fumare è stata una mia scelta. Sin dall’inizio. Sentivo e sento storie di persone che hanno cominciato per colpa di altri. Ma non è il mio caso. E neanche dei miei amici!

Subito dopo un altro problema. Rollare la canna. Chi lo sapeva fare? Beh è venuta su un po’ così. Chiusa male, storta e larga. Una fumata pessima. Un sapore indefinito. Effetto nullo. Però sapevo che le prime volte “non faceva nulla”. Quindi per fumare bisogna impegnarsi! Si doveva provare e riprovare. Un vero è proprio lavoro essere un fumatore di canne!

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